10:30 Accredito
11:00 Introduzione
11:10 Lo scenario
11:30 Confronto tra le parti: istituzioni, sindacati, istituti
12:00 SOLUTION MATCHING - prima parte
13:15 Pausa pranzo
14:15 APPROFONDIMENTI
16:00 INTERVENTO ISTITUZIONALE:
16:20 PRESENTAZIONE DEI RISULTATI
17:00 Conclusione
Modera: Gianni Del Vecchio, Condirettore di Huffington Post
*in attesa di conferma
agenda e ospiti in fase di aggiornamento
CDA Sviluppo Lavoro Italia, Dir. Master Relazioni Ist. e Human Capital Luiss Business School, Founder & Ceo Digital Horizon, Autore de “L’era del Lavoro Libero”
CHRO
Seco
People & Office Director
Entain Italia
Direttore Risorse Umane e Organizzazione
Fondazione Telethon
Chief Transformation and People Officer
MA Group
CHRO
Nuncas
Direttrice Risorse Umane Bcc Roma
Banca di Credito Cooperativo di Roma
Direttore Risorse Umane e Servizi Generali
Sidief
Responsabile Risorse Umane
Fondazione L'Albero della Vita ETS
HR Director
Servizi Italia
responsabile Risorse Umane Organizzazione e PMO
Istituto per il Credito Sportivo e Culturale
Segretario Generale
ASFOR Associazione Italiana per la Formazione Manageriale
Hc e csr directro
Oldrati
CHR Officer
Esaote
Chro
Nexumstp
Direttore Risorse Umane e Strumentali
Equitalia Giustizia
Direttore Risorse Umane e Organizzazione
Tper
Hr Director
Avio
Direttore del Personale
Hexa
Gruop Hr Director
Agrumaria Reggina
Responsabile unità organizzativa programmazione e sviluppo risorse umane
Fondazione IFEL
Head of HR, Organization & Talent Development
Dior LVMH Group
#AI #persona #impresa #occupazione #lavoro #competenze
L'intelligenza artificiale presenta un paradosso: mentre si discute ampiamente dei suoi impatti sul lavoro, si trascura la questione cruciale della formazione e dell’attrazione delle competenze umane necessarie per gestire l’AI generativa nelle nostre aziende.
Ciò potrebbe portare a decisioni errate e ad una transizione non sostenibile, specialmente per la classe media aziendale.
Quali strategie occorre mettere in campo per l’upskilling e il reskilling dei lavoratori e per l’attrazione dei nuovi profili necessari alla gestione dell’AI? E come “entrare all’interno dell’algoritmo”, ovvero riuscire a intercettare e mitigare i bias cognitivi nei modelli di AI?
La gestione dell'impatto sociale dell'AI sul mondo del Lavoro richiederà nei prossimi anni non soltanto strategie e investimenti del settore pubblico, ma anche una gestione intelligente, innovativa e sostenibile nelle aziende da parte degli HR Manager. Partendo dalla consapevolezza che i lavoratori più impattati non saranno quelli che svolgono mansioni manuali o meccaniche, ma i membri della “middle class” aziendale, iniziando da impiegati e funzionari che oggi gestiscono dati.
Come gestire in modo efficace e sostenibile questa complessa transizione?
Non si potrà prescindere da una valutazione accurata degli effetti sull’occupazione dell’avvento dell’AI generativa in azienda, dalla pianificazione di una transizione sostenibile, da attività di riqualificazione dei lavoratori, dal coinvolgimento attivo degli stessi lavoratori e dei sindacati per evitare di distruggere il clima aziendale. E quali altri idee e strumenti potranno essere utili?
STEM al bivio: innovare il modello per sopravvivere
La carenza di professionisti STEM rappresenta una sfida significativa per le aziende. Questa mancanza di talenti specializzati non solo ostacola il reclutamento, ma ha ripercussioni dirette sulla competitività e sulla capacità d’innovazione delle imprese e del sistema-Paese.
Per affrontare questa criticità è fondamentale che le aziende assumano un ruolo attivo nella formazione e nell'orientamento dei futuri professionisti, perché non bastano più le singole collaborazioni con istituti educativi.
Com’è possibile costruire un dialogo sistematico a livello di territorio e una “progettazione condivisa” dei modelli formativi tra istituti scolastici, aziende ed enti di orientamento?
Nell’attuale situazione di skill shortage, la Generazione Z rappresenta per gli HR Manager un nuovo tipo di “cliente” che sta entrando nel mondo del lavoro con una nuova visione del rapporto tra vita e occupazione, con bisogni e aspettative radicalmente diversi rispetto alle generazioni precedenti.
Ciò rischia di creare, a partire dalle selezioni dei giovani talenti, un “corto circuito” tra due mondi che parlano lingue differenti e rischiano di non capirsi. E rischia di rendere molto complessa per le aziende, nei prossimi anni, la ricerca e l’attrazione di talenti under 30.
Come promuovere nelle aziende il salto manageriale e organizzativo necessario ad attrarre e “accogliere” la Generazione Z? Quali risposte innovative in termini di flessibilità organizzativa, autonomia del lavoro, work-life balance è possibile e opportuno fornire ai nuovi lavoratori della Gen Z e ai Millennials?
Rivoluzione digitale, crescente velocità delle decisioni a causa dell’estrema variabilità degli scenari, nuova mappa post-Covid dei bisogni dei lavoratori: questi e altri fattori rendono sempre meno attuale il “capetto” di vecchio stampo, come espressione di gerarchie stratificate e di un lavoro basato sulla logica del “command & control”.
Come organizzare una transizione efficace delle aziende verso nuovi modelli organizzativi più flessibili e più orizzontali?
E come adottare un nuovo stile di leadership rappresentativo dei nuovi valori che l’impresa vuole esprimere nei confronti dei propri stakeholder?
A causa del matching tra le strategie previdenziali pubbliche e la piramide rovesciata della popolazione italiana, stanno aumentando rapidamente nelle imprese italiane l’età media della popolazione aziendale e il numero medio di anni trascorsi in azienda per ogni lavoratore. Questo fenomeno va gestito con nuovi strumenti e nuove competenze, nella consapevolezza che può generare problemi ma anche nuove opportunità: lo dimostra, ad esempio, la rivalutazione del ruolo in azienda dei “Longennials” (over 60) in corso negli ultimi anni negli Stati Uniti.
Qual è la situazione relativa all’invecchiamento sul luogo di lavoro? E come è possibile trasformare questo fenomeno in un’opportunità per le aziende?
Le Academy aziendali forniscono formazione specializzata per affrontare le esigenze specifiche dei ruoli tecnici o specialistici all'interno dell'azienda. Oggi rappresentano la risposta (spesso) efficace che un numero importante di grandi e medie imprese mette quotidianamente in campo rispetto alla difficoltà di reperimento dei profili necessari e ai deficit del sistema formativo.
Com’è possibile far diventare queste “isole formative” un valore per l’intero sistema Paese?
E quali sono le strade per trasformare i numerosi esperimenti di successo in un patrimonio a supporto della capacità imprenditoriale e della “fame di competenze” dei territori e delle loro comunità?
#lavoratori #impresa #partecipazione #produttività
#engagement
Autorevoli indagini internazionali e nazionali segnalano che oggi, in Italia, il livello medio di soddisfazione dei lavoratori dipendenti nei confronti del proprio lavoro è terribilmente basso, così come il livello medio di engagement del lavoratore da parte dell’azienda in cui opera. Al tempo stesso, nel nostro Paese è particolarmente preoccupante l’andamento della produttività del lavoro.
Per rilanciare la produttività, migliorare la soddisfazione e l’engagement dei lavoratori, è giunta l’ora di realizzare in azienda modelli di Partecipazione dei Lavoratori?
Senza inseguire il modello tedesco, che appare poco adatto al nostro sistema imprenditoriale, è possibile costruire una “via italiana” alla Partecipazione che punti su azionariato diffuso e sistemi di retribuzione fondati a tutti i livelli sulla condivisione dei risultati aziendali, nonché sul coinvolgimento dei lavoratori nella costruzione di nuovi modelli organizzativi e nella gestione delle transizioni?
#contrattazione
Il 2024 è stato un anno straordinariamente denso di scadenze e rinnovi dei contratti collettivi nazionali di lavoro. Nel complesso, il sistema della contrattazione collettiva ha retto, consentendo ai lavoratori un sufficiente recupero del potere d’acquisto, perduto negli anni precedenti, senza riaccendere la dinamica inflazionistica in Italia.
Nei prossimi anni l’attenzione dei lavoratori e dei sindacati si sposterà probabilmente verso aspetti diversi dalla retribuzione: dalla flessibilità del lavoro al welfare aziendale, dal wellbeing al supporto alla genitorialità.
Com’è possibile, in concreto, rinnovare la contrattazione collettiva nazionale e aziendale per raggiungere obiettivi di sostenibilità sociale, migliorare la qualità del lavoro e dei luoghi di lavoro, rafforzare l’identità aziendale e l’engagement dei lavoratori?
Le forme di welfare e le iniziative di people caring sono alla base della costruzione di una relazione di valore con le persone che lavorano in azienda. La prospettiva, da questo punto di vista, è quella di un ampliamento della sfera d’azione dallo status di lavoratore alla sfera personale, includendo, ad esempio, sia i bisogni dei familiari attuali sia la prospettiva di periodi in cui il lavoratore non genererà reddito.
Come far fronte, quindi, ai fragili equilibri finanziari dei sistemi pubblici di protezione sociale? Fino a quale livello di “sostituzione” dell’intervento pubblico possono spingersi le nostre imprese, mediante il welfare aziendale, per migliorare la qualità della vita dei propri collaboratori?
8 maggio 2025
dalle 11:00 alle 17:00
Sala Verdi
Hotel Quirinale
Via Nazionale, 7
Roma
130 mt dalla fermata Linea A Repubblica
10 min a piedi dalla stazione Termini
15 min dalla stazione Tiburtina
facilitazioni biglietteria con l'agenzia Oic
(dettagli in fase di iscrizione)
mobilità elettrica con FreeNow e Zity
servizio taxi con wetaxi.it
visitatori: info@lavorosostenibile.com
sponsor: eventi@hr-link.it
IL FESTIVAL DEL LAVORO SOSTENIBILE
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